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La generosità di Gisele Pelicot

  • Alessandro Morelli
  • 4 gen
  • Tempo di lettura: 2 min

Con la colpevolezza di tutti i 51 imputati per pene che vanno dai 3 ai 16 anni, ad esclusione dell’ex marito di Gisele Pelicot, Dominique, condannato a 20, si chiude il processo degli “Stupri di Mazan”. Il caso è tristemente noto a tutti: Dominique Pelicot drogava sua moglie Gisele e offriva il suo corpo a chiunque si prenotasse via internet, ad aver abusato della donna sono state 50 persone.

Questo processo è destinato a passare alla storia e stabilisce un precedente fondamentale per la lotta alla violenza contro le donne: non solo per le condanne di tutti gli imputati ma soprattutto per ciò che la vittima è riuscita a trasmettere al mondo.

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Gisele Pelicot, nominata personalità dell’anno in Francia, ha ribaltato il meccanismo comunicativo del processo, la vittima ha un volto e si espone: E’ infatti lei a prendersi la scena, non ci sono articoli di gossip sui retroscena della vita dei carnefici di cui in molti casi non sappiamo neanche i nomi, il volto dell’ex marito non è sulle prime pagine dei giornali. In una tradizione di anonimato in processi del genere, Gisele ha deciso di svelarsi, rinunciare alle tutele che l’anonimato può dare e ha scardinato il “sistema della vergogna” che affliggeva le vittime e le portava, spesso, a non denunciare per la paura di esporsi al giudizio della società e alla pressione dei media. Gisele ha deciso di prendere di petto la situazione e usare la sua storia per cambiare quella di molte altre.

A tal proposito Gisele ha dichiarato “la vergogna ha cambiato campo”, frase diventata già iconica. Come al solito non sono mancate critiche alle sentenze ritenute troppo morbide ma, come nel caso di Gino Cecchettin, Gisele Pelicot non ha commentato l’entità delle pene bensì il risvolto che questo processo dovrà avere, evidenziando con estrema lucidità quanto non sia la vendetta il motore del cambiamento. Infine per sottolineare l’immensa generosità di questa donna possiamo notare come abbia mantenuto il cognome del marito “Pelicot” al contrario della figlia Caroline che ha deciso di cambiare il suo nome in “Darian” (dalla fusione di David e Florian, i suoi due fratelli).

Ma perché lo ha mantenuto? Glielo ha chiesto l’avvocato della difesa durante l’udienza e Gisele ha risposto così: “Quando ho rinunciato all’anonimato, i miei figli si sono vergognati del loro cognome. Ma i miei nipoti si chiamano Pelicot e non voglio che si vergognino per il resto della loro vita di quel nome. Voglio che siano orgogliosi della loro nonna. Voglio che le persone si ricordino di Madame Pelicot e non di Monsieur Pelicot”




Chapeau Gisèle.

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