
Sigfrido ranucci e l’attentato alla libertà di stampa
- Lorenzo De Luca
- 17 ott
- Tempo di lettura: 3 min
L’ATTENTATO
Nella notte fra il 16 e il 17 ottobre 2025, un ordigno non ancora identificato è esploso sotto l’abitazione del giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci, distruggendo rispettivamente la sua macchina e quella di sua figlia.
Ranucci, membro di spicco del giornalismo italiano per le sue numerose inchieste dirette su temi “scomodi”, è sotto scorta dal 2014 e non è il primo avvertimento formale che riceve: in passato ricevette due proiettili P38 per posta.
SIGFRIDO RANUCCI, L’UOMO CHE FA TREMARE PALAZZI E PALINSESTI
In Italia fare giornalismo d’inchiesta equivale ad esporsi, rischiare e resistere: ciò che è successo questa notte ne è la conferma. Alla luce di quanto detto nel paragrafo precedente, spicca la capacità e la professionalità del giornalista, senza dimenticare l’onestà dell’uomo. Report non ha bisogno di presentazioni: è un programma con uno share importante, che va in onda in prima serata su rai 3 ed è uno delle poche messe in onda, che trattano di giornalismo investigativo senza filtri.
Dall’inchiesta sul ponte dello stretto del 19 gennaio 2025, fino alle recenti sulle concessioni balneari, sul Senato e sulle alte cariche dello Stato.
Per non parlare infine delle innumerevoli inchieste riguardanti la criminalità organizzata: da “luci spente” a San Siro fino all’agenda rossa di Paolo borsellino, l’accusa mossa al generale dei carabinieri Mario Mori e i legami “indissolubili” fra politica e criminalità.
Insomma Sigfrido e la sua redazione hanno destabilizzato un intero sistema: motivo per cui da qualche mese il colosso Rai ha “disboscato” in maniera evidente la trasmissione televisiva. Dopo 10 anni infatti, inizialmente si parlava di un “taglio” netto della trasmissione che da anni racconta un’Italia oscura, sommersa e instabile: voci smentite dalla Rai stessa con la presentazione del palinsesto nella stagione 2025-2026.
In realtà il taglio c’è stato eccome: Report andrà in onda nella stagione 2025-2026 con 4 puntate in meno rispetto alla stagione precedente. Inoltre seppur mantenendo il programma, la Rai ha fatto sapere a Sigfrido Ranucci di non essere più il responsabile di tutto ciò che concerne la preparazione dell’inchiesta: il conduttore non potrà più decidere il singolo inviato da assegnare ad un’inchiesta e non avrà la responsabilità sulle firme, acquisti, trasferte, presenze e tutto ciò che serve per preparare un’inchiesta con un intero team.
L’ostruzionismo compiuto è palese, ed è gravissimo che sia perpetrato dalla televisione di stato italiana, che manipolando l’informazione in modo lampante crea un clima di odio e di diffidenza nei confronti di un giornalista che si presta ad un dovere morale nei confronti della società: raccontare la verità.
COLPIRE RANUCCI PER ZITTIRE TUTTI: QUANDO L’INFORMAZIONE FA PAURA
La metodologia con il quale Sigfrido Ranucci è stato minacciato è tipica, ci riporta ad un periodo della nostra storia carico di misteri e paure. L’informazione leale e veritiera è sempre stata ostruita nel nostro paese: da Mino Pecorelli e Giancarlo Siani per arrivare a Roberto Saviano e Sigfrido Ranucci nei giorni nostri. Il giornalismo d’inchiesta è un potente mezzo di comunicazione, che indubbiamente attrae l’attenzione della criminalità organizzata e dell’intero sistema malavitoso.
Il problema fondamentale va a porsi quando è lo stato stesso, attraverso le grandi “leve mediatiche”, a sbarrare la strada alla libertà di stampa e all’informazione.
Quando un vice Premier va a processo per diffamazione contro un giornalista,
quando la premier stessa attacca DIRETTAMENTE un giornalista durante un comizio, allora dovremmo porci delle domande sulla reale effettività del diritto di libertà di stampa sancito nell’art 21 della nostra costituzione.
In un clima di alta tensione tutto però torna a tacere: si fanno i comunicati stampa di cordoglio, di dispiacere, di vicinanza e l’individuo all’interno della società subdolamente viene manipolato e privato del DIRITTO DI SAPERE.
L’attentato a Sigfrido Ranucci è un vero e proprio colpo alla democrazia e riaffiora vecchie e pericolose abitudini: colpirne uno per zittire tutti.
Perchè quando l’informazione fa paura, l’unico espediente è reprimerla con il terrore, l’odio e la violenza, tutte componenti non incluse nei concetti di democrazia e libertà di stampa.
Rimanendo sulla libertà di stampa, dobbiamo renderci conto che nel mondo è continuamente minacciata, e che noi italiani non dovremmo poggiarci sugli allori: nella classifica globale del 2025 stilata da reporter senza frontiere (RSF),Il nostro paese si classifica al 49º posto per la libertà di stampa, scendendo di tre gradini rispetto al 2024. Il risultato è il più grave dell’Europa Occidentale.
Numeri che fanno riflettere.
.png)



Commenti