Mafia e Media: La lezione di Falcone.
- Lorenzo De Luca
- 23 mag
- Tempo di lettura: 5 min
La ramificazione delle organizzazioni criminali nella nostra società.

Una “condivisione” di valori
Trump, Ucraina, Palestina, Israele, Riarmo…ma la Mafia? Perché non se ne parla più? L’abbiamo sconfitta? Dopo la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, assieme agli ultimi attentati compiuti nel 1993, l’attenzione mediatica sulla mafia sembra essersi spenta, se la stanza è buoia non puoi vederne l’interno.
Seppure non si percepisca più la reale potenza delle mafie, sublimata nelle stragi del secolo scorso,in realtà Cosa Nostra e le altre organizzazioni criminali hanno solamente direzionato i loro interessi altrove, adattandosi in modo camaleontico ai tempi dell’era moderna, spostando il loro raggio d’azione su nuovi business facili e poco rischiosi, celandosi dietro ai mass media e finendo per controllare anche questi ultimi.
La struttura e le attività delle criminalità organizzate
Per capire come agiscono nel nostro paese le organizzazioni mafiose è importante comprendere la loro struttura e le loro principali attività:
Traffico di esseri umani, prostituzione, spaccio di stupefacenti e gare d’appalto truccate; queste sono solo alcune delle molteplici attività illecite di cui si nutrono le organizzazioni criminali per soddisfare la loro sete di potere e di denaro.
Sono definite “Net Mafie”:enti criminali non più guidati da “padrini” e “lupare”, ma associazioni reticolari e orizzontali contrastabili solo con un’iniziativa intellettuale imponente da parte della società.
Le Net mafie sono vere e proprie multinazionali: un recente studio della Banca D’Italia stima in un 2% del PIL l’impronta criminale sull’economia italiana, con affari da capogiro che fruttano ben 38 miliardi di euro.
Numeri spaventosi.
Il raggio d’azione delle Net mafie è imponente:sul web creano una fitta rete di “cybercrime” organizzato, composto da frodi online, vendita di dati personali rubati, traffico di droga ed essere umani sul dark web e attacchi hacker mirati contro istituzioni.
La difficoltà nel rintracciare le nuove azioni mafiose è evidente: spesso esse agiscono in modo anonimo, usano server offshore e sistemi di crittografia non rintracciabili.
La mancanza di un’educazione digitale e di mezzi potenti di contrasto d’altro canto è un catalizzatore per la crescita delle NET mafie nel nostro paese:
L’ex procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha più volte denunciato la mancanza di mezzi adeguati per contrastare lo sviluppo di queste reti.
Il magistrato, in prima fila nella lotta alla Ndrangheta,diventata oramai l’organizzazione più importante d’Europa, ha fornito soluzioni e mezzi per combattere le mafie, come l’educazione alla legalità, alla tecnologia e alla cooperazione internazionale.
Curioso è l’uso dell’IA, promosso da Gratteri, per far fronte alle transazioni illegali sul dark web. Dopo aver analizzato a grandi linee le attività che denotano la potenza criminale ed economica delle mafie, è importante capire la struttura di ogni singola organizzazione mafiosa:
Cosa Nostra: Dotata di una struttura gerarchica superiore chiamata la “commissione” di cui fanno parte i capi dell’organizzazione.Parliamo di una piramidale:alla base ci sono i soldati che costituiscono l’esercito di Cosa Nostra; salendo nella scala c’è la figura del “capodecina” che controlla una dozzina di uomini; continuando a scalare è presente la figura del “capo-mandamento” che controlla il territorio di 3 famiglie affiliate.I “capi-mandamento” fanno parte della commissione sopracitata.
’Ndrangheta: L’unica organizzazione criminale presente in tutti e 5 i continenti.Si stima che la sua potenza economica superi i 50 miliardi di euro.La struttura dell’associazione è molto particolare:l’unità base della Ndrangheta è la “Ndrina”,ossia la famiglia.Ciò giustifica il motivo per cui la Ndrangheta ha un così basso numero di collaboratori di giustizia:ci si affilia per legami di sangue; più “Ndrine” formano la “Locale”:comandata da un triumvirato costituito rispettivamente da un Capo locale, un Contabile e un Crimine. Infine, in questa speciale gerarchia abbiamo la Camera di Controllo, che si occupa di riunire le Locali di un determinato Stato,Provincia o Regione:essa risponde al vertice della Ndrangheta, a Reggio Calabria.
Camorra: Nasce nella periferia campana e ha conosciuto diversi sviluppi nel corso della storia sotto boss e clan sanguinari. La sua organizzazione risulta vaga e indefinita:si caratterizza per la presenza di numerose famiglie o clan, alcuni più influenti di altri.Ciò rende difficile le operazioni degli inquirenti, non avendo una gerarchia definita da investigare.
Sacra Corona Unita: L’organizzazione più giovane che nasce in Puglia, principalmente operativa nel Salento.Presenta un’organizzazione gerarchica come le altre, costituita da gradi.

L’arresto di Messina Denaro, il fallimento della società e la figura del boss: un capo o semplicemente un simbolo nella mafia odierna?
La notizia dell’arresto dell’ultimo dei corleonesi sembrò rispolverare il concetto di mafia, che riapparì nuovamente su tutte le testate giornalistiche per diventare nuovamente centrale nel dibattito: “ora Cosa Nostra è finita per davvero”.In realtà questa affermazione, oltre ad essere oggettivamente errata, è anche beffarda:dietro all’arresto di Messina Denaro si cela una realtà fondata su omertà, paura, sopraffazione, violenza e corruzione che governa ancor oggi l’animo di tanti individui:la mafia è forte soprattutto perché è cultura.Matteo Messina Denaro è stato arrestato nel centro di Palermo, nell’ospedale più grande della città durante una tranquilla mattinata di Gennaio mentre si recava ad effettuare una visita.Le circostanze e il contesto in cui è stato catturato il boss, rimangono avvolte da un velo d’incredulità: appaiono inconciliabili le sue condizioni mediche e il suo essere latitante a “casa sua”,con una vita sociale attiva e priva di qualsiasi limitazione.Il contesto rappresentato dimostra il fallimento di una società e della nuova generazione.
“Se la nuova generazione le negherà il consenso,anche l’onnipotente e misteriosa mafia scomparirà”, queste le illustri parole di Paolo borsellino, a testimonianza dell’importanza del coraggio delle nuove generazioni di cercare di cambiare una mentalità profondamente intrisa di valori che sempre più coincidono con quelli eretti dal sistema criminale.
La fedeltà, l’onore, il rispetto, il potere e i soldi promessi dalla criminalità, attirano. Ed In questo panorama societario si va a configurare la figura del boss:un uomo da prendere come esempio per alcuni, ma che nel nuovo fenomeno criminale è una mera formalità.I capi vengono arrestati perché non sono più vertici, ma simboli.Ciò spiega l’evoluzione finale che ha subito la mafia: Non più guidata da una singola figura, ma da una criminalità digitale governata dal sapere e dalle relazioni cognitive.
Essa non si serve più del controllo territoriale e di figure di spicco, ma di “lobby” di singoli settori verticali che gestiscono l’ottimizzazione del business criminale.
Il seme della Giustizia:
la lezione di Giovanni falcone
Il termine giustizia deriva dal latino Iustitia: essere giusto,equo moralmente.
È probabilmente il termine più adatto da affiancare a Giovanni falcone: un uomo giusto.
Abbiamo deciso di dedicargli un articolo nell’anniversario della sua morte, il 23 maggio
1992, a Capaci, dove il magistrato con sua moglie e la sua scorta persero tragicamente la vita in un attentato barbaro e vile.
La modalità dell’attentato denota la grandezza di Giovanni:nessun mafioso lo avrebbe ucciso guardandolo negli occhi.
La figura di Giovanni è un simbolo della lotta alla mafia, costante e vivente nella società.Ciò che rende Falcone un eroe moderno è il suo spirito di patriottismo, di giustizia sociale, di servizio verso il prossimo: ha creduto nello stato anche quando è stato il primo ad abbandonarlo.
Le idee di Falcone camminano ancora sulle gambe di chi crede nella legalità.
Ricordare Giovanni significa non rassegnarsi davanti all’ingiustizia, credere fermamente che la legalità sia una responsabilità concreta e non un concetto astratto. È un non voltarsi mai dall’altra parte e scegliere ogni giorno, ogni ora, ogni minuto da che parte stare.

Una citazione di Garlando
Il libro “Per questo mi chiamo Giovanni” è profondamente d’insegnamento per le nuove generazioni.
Luigi Garlando lo ha scritto con Maria Falcone, sorella di Giovanni.
Nel libro il protagonista è Giovanni, un bambino che vive a Palermo, che viene turbato continuamente da Toni, un bullo della scuola.
La definizione di “mostro subdolo” adottata nel libro descrive perfettamente il fenomeno criminale quale è la mafia.
Prendendo spunto dal libro sopracitato, un’altra frase fornisce una chiave di lettura risolutiva del problema: “la mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari”, per testimoniare l’importanza di sensibilizzare questo fenomeno triste e logorante fin dalla tenera età.
D’altronde un mostro sacro della lotta alla mafia come Rocco Chinnici affermava che nelle scuole si può combattere fin da piccoli, anzi le battaglie più importanti si vincono proprio a quell’età.
Il fenomeno mafioso si combatte con la cultura, perché la mafia è “cultura”

La lezione di Falcone.
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