top of page

L’ASCESA DI MERZ

  • Jacopo Marinacci
  • 6 mar
  • Tempo di lettura: 4 min

La CDU/CSU torna alla guida della Germania, quali cambiamenti attendono l’Europa e i rapporti transatlantici?

Risultato elettorale complicato, ma decisivo:

Alle elezioni federali di domenica 23 febbraio, la CDU/CSU (alleanza politica tra i due partiti cristiano-democratici tedeschi, la CDU è attiva in tutta la Germania, tranne la Baviera dove è

presente la CSU) ha ottenuto un risultato deludente, nonostante ciò il loro leader Friedrich Merz si appresta ad essere il prossimo BundesKanzler (cancelliere federale al Bundestag), probabilmente alla guida di una Große Koalition (grande coalizione) CDU/CSU-SpD. Questo almeno è ciò che lasciano intendere le dichiarazioni del futuro cancelliere federale, che allo stesso tempo definisce il risultato dell’estrema destra come “un ultimo avvertimento” per i partiti moderati e chiarisce di volersi preparare allo scenario peggiore anche nei rapporti transatlantici. In campagna elettorale i punti chiave sono stati: revisione della politica energetica e raggiungimento dell’autonomia strategica in settori come difesa ed economia, stretta su immigrazione e sicurezza, potenziamento dell’Unione Europea e aumento della spesa per la difesa a cui si accompagna il ribadito sostegno all’Ucraina. Chi è realmente Merz, e quale sarà la sua visione per la Germania?


Contesto politico e l’eredità di Scholz:

Facciamo un passo indietro, la Germania arriva da un governo di coalizione Verdi-FDP guidato da Olaf Scholz, che ha dovuto affrontare crisi economiche ed energetiche dovute alla guerra in Ucraina, e la crescita inesorabile dell’AfD, forte anche delle importanti critiche mosse alla sua amministrazione. In questo contesto quindi Merz si presenta come

alternativa alla coalizione semaforo di Scholz, puntando sulla sicurezza, sul controllo dell’immigrazione e su una politica economica liberale.


Ritorno alla politica conservatrice?

Friedrich Merz nasce nello stato del Nordreno-Vestfalia, a Brilon, nell’allora Germania Ovest da genitori cattolici, suo padre fu giudice e membro della CDU/CSU fino al 2007.

Merz svolse i suoi studi in legge tra l’Università di Bonn e quella di Marburg, durante i quali già nel 1972 decise di tesserarsi all’ala giovanile della CDU, la Junge Union.  Europarlamentare dall’89 al ‘94 e membro del Bundestag dal 1994 al 2009, anno in cui decise di dedicarsi al settore privato con la Mayer Brown, uno dei più rinomati uffici legali di Düsseldorf, arrivando addirittura a far parte di 12 CDA dell’azienda. Dal 2021 però, dopo esser stato eletto segretario della CDU, sul sito della Mayer Brown è riportato che il suo ruolo nell’azienda è “PAUSED until further notice”.


La sua politica non è caratterizzata solo dall’essere “l’anti-Merkel”, Merz è un conservatore: tradizionalista per quanto riguarda le questioni sociali, liberale in economia, e soprattutto atlantista in politica estera.

Sfide del governo Merz

Una coalizione necessaria:

Nelle elezioni Federali del 2025 la coalizione conservatrice CDU/CSU, ha ottenuto 208 seggi nel Bundestag, risultando la forza politica più rappresentata. Per raggiungere la maggioranza necessaria in un parlamento di 630 seggi, dati anche i numeri sorprendenti ottenuti dall’AfD (152 seggi), è quindi necessaria una coalizione. Nonostante le divergenze politiche, la CDU/CSU ha avviato negoziati con l’SPD (120 seggi), per formare una Große Koalition da 328 seggi su 630, che corrispondono però solo al 52% del parlamento, fornendo quindi una stabilità al limite.


Politica estera: un’Europa più autonoma?

Per quanto riguarda la politica estera, Merz ha sottolineato la necessità per l’Europa di diventare più autonoma dagli Stati Uniti, specialmente in ambito difensivo, promettendo una spesa del 2% del PIL nel settore delle difesa premendo molto per l’approvazione di un fondo per la difesa di circa 200 miliardi e esprimendo l’intenzione di approfondire la cooperazione europea in materia di difesa e sicurezza. Questi dati evidenziano come Friedrich Merz abbia portato a un riorientamento delle priorità politiche della Germania, con un focus sulla costruzione di un’Europa come attore geopolitico indipendente, sia sul piano economico che su quello della sicurezza. 

Tutto ciò ovviamente potrebbe aumentare le frizioni con Washington e influenzare le dinamiche NATO.


Politica energetica:

Alla ricerca di un equilibrio tra industria e transizione ecologica.

Il nuovo governo intende centrare l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2045, ma con un’attenzione particolare all’impatto sull’industria nazionale su cui Merz, caratterizzato da maggiore pragmatismo rispetto ai verdi, punta molto. Sono previste politiche orientate a garantire prezzi competitivi per l’energia e un focus su fonti energetiche rinnovabili. Si tenterà quindi di conciliare protezione del clima e competitività economica, promuovendo collaborazione in Europa e sostenendo l’industria nazionale.

Sicurezza e migrazione: svolta conservatrice

La stretta su migranti e sicurezza arriva anche in risposta ad attacchi come quello di Aschaffenburg e di Monaco, la CDU ha votato insieme all’AfD per misure più strette sui richiedenti asilo, suscitando non poche proteste (a Berlino 160.000 persone sono scese in piazza).


Quale futuro si prospetta?

Molti propositi, alcuni migliori di altri, ma il cammino è pieno di ostacoli, a partire dalla società civile che si è già mostrata resistente alle politiche migratorie restrittive, passando per la fragilissima GroKo (abbreviazione di Große Koalition) con l’SpD e solo un eventuale 52% in parlamento, non dimenticando i rapporti con gli alleati europei e i sempre più lontani Stati Uniti. Sarà quindi cruciale per Merz bilanciare le pressioni interne ed esterne con le esigenze della sua ala conservatrice, nei prossimi mesi le sue capacità di leader e la stabilità della Große Koalition saranno messe alla prova.



Il pragmatismo e la fermezza di Merz saranno determinanti per il futuro della Germania e del  Vecchio Continente?

Comments


bottom of page