top of page

L'exclave di Kaliningrad

  • Jacopo Marinacci
  • 27 mag
  • Tempo di lettura: 5 min

KALININGRAD - POLITICA ZETA

23 maggio 2025, la Germania ha ufficialmente annunciato il dispiegamento di un contingente militare permanente in Lituania, con circa 5000 soldati stanziati in modo continuativo nella nuova “Panzer Brigade 45” che stazionerà tra Rūdninkai e Rukla. La decisione, presa in un clima di crescente instabilità regionale, segna un radicale cambiamento nella postura militare tedesca, che non schierava truppe fisse all’estero dal secondo dopoguerra, e riaccende l’attenzione su uno degli snodi più sensibili della geografia strategica europea: Kaliningrad.


Come una punta di lancia, l’Oblast di Kaliningrad, exclave* della Federazione Russa in territorio europeo, si incunea tra Lituania e Polonia (entrambi paesi NATO), e parlare di zona “militarizzata” sarebbe riduttivo. Ci troviamo di fronte a una vera e propria “fortezza avanzata” nell’Interland Europeo. Basti pensare che al porto di Baltiysk si trova la base principale della flotta russa nel Baltico, ove sono dispiegate varie zone “A2/AD, anti-access/area-denial” limitando così di fatto, in caso di conflitto, qualsiasi movimento di mezzi marittimi e aerei che non battono bandiera russa. A seguito dell’inizio della guerra in Ucraina sia Lituania che Polonia hanno avvertito che la presenza di missili Iskander-M a capacità nucleare a Kaliningrad ponevano l’Europa tutta in una situazione molto complicata. 


KALININGRAD. POLITICA ZETA


KALININGRAD - POLITICA ZETA

Il nome storico della città è Köenigsberg, “montagna del re”, e fu fondata nel 1255 dallo Stato monastico dei Cavalieri Teutonici. Fin già dal XVIII secolo questo nodo strategico fu fondamentale per il Regno di Prussia e in seguito per l’Impero Tedesco, la Repubblica di Weimar, la Germania nazista e oggi per la Federazione Russa.


Durante la seconda guerra mondiale, la città fu praticamente rasa al suolo dai bombardamenti alleati e dall'offensiva sovietica del ‘45. L'area fu quindi annessa all'URSS e nel 1946 la città fu ribattezzata Kaliningrad, in onore di Mikhail Kalinin. Tutte queste informazioni sono necessarie per comprendere la complessa realtà di questa entità territoriale che nei secoli è sempre stata contesa e ad oggi, senza una contiguità territoriale con il territorio della Federazione Russa, si trova a ricoprire un ruolo chiave nelle strategie russe per la proiezione in Europa e nel Mar Baltico. Kaliningrad si aggiunge agli altri bastioni russi al di fuori del proprio territorio: La Crimea, la Transnistria in Moldavia, l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud in Georgia.


Durante la Guerra Fredda la regione era un vero e proprio avamposto militare, la maggior parte della popolazione era impiegata nelle forze armate e l’accesso era interdetto agli stranieri e agli stessi cittadini sovietici, se non muniti di permessi speciali. Kaliningrad era considerata una “zona militare speciale”, ed era uno dei luoghi più segreti e strategicamente delicati dell’Unione Sovietica, ove erano dispiegate ingenti forze dell’armata sovietica, con annessi missili nucleari tattici a medio raggio e l’intero dispiegamento della flotta del Baltico nel porto di Baltiysk, che era un punto d’accesso chiave al Mar Baltico dato che d’inverno era quasi l’unico a non ghiacciare nella regione. Sulla vita all’interno della regione non circolava quasi nessuna informazione, lo stesso capoluogo, omonimo della regione Kaliningrad, era definito una “città chiusa”. L’economia dell’area era completamente subordinata all’industria bellica sovietica e non vi era quindi alcun contatto commerciale autonomo.


Le cose cambiarono leggermente dopo la caduta dell’URSS, Kaliningrad diventò exclave della Federazione Russa, dato che Polonia e Lituania erano diventate entità autonome, e ci fu un’apertura a turisti, investitori stranieri e  agli affari commerciali, ma con il crollo dell’industria militare sovietica, l’Oblast affrontò una gravissima crisi economica, a cui Mosca tentò di porre rimedio tentando di trasformare la regione in una “zona economica speciale”, ottenendo però risultati nulli.

Dagli anni 2000, con l’ascesa di Putin, e l’espansione della NATO verso est, Kaliningrad torna ad essere pesantemente militarizzata.



KALININGRAD - POLITICA ZETA

Arrivando ad oggi, cosa intendiamo con “fortezza avanzata”? I numeri e mezzi nell'Oblast

Parliamo dell’intero 11° Corpo d'Armata russo, le cui unità di terra avrebbero una forza nominale di 12.000-18.000 uomini, inclusi carri armati T-72, veicoli da trasporto truppe BTK, lanciarazzi mobili e artiglieria.

Inoltre, la 336ª Brigata di Fanteria della Marina, pesantemente meccanizzata, risiedeva nell'oblast di Kaliningrad, equipaggiata con veicoli trasporto truppe BTR, con almeno un battaglione in grado di effettuare attacchi aerei.

Gli stormi nell'oblast includevano quattro squadroni equipaggiati con un mix di velivoli Su-30SM, Su-24 e Su-27 supportati da una robusta difesa aerea e missilistica, inclusi quattro battaglioni operanti il sistema S-400 SAM (surface to air missile).

È confermato anche lo schieramento di missili anti-aerei a lungo raggio e missili surface-to-air e surface-to-surface. È probabile che parte di queste risorse belliche sia stata richiamata ed impiegata in Ucraina.

Polonia e Lituania, entrambi membri della NATO, mantengono altissima la vigilanza. I due Paesi sono separati dalla Bielorussia, storica alleata di Mosca, da appena 100 chilometri, che formano il cosiddetto “corridoio di Suwałki”, una delle aree più sensibili in caso di escalation tra l’Alleanza Atlantica e la Federazione Russa. Una delle prime mosse in un ipotetico conflitto convenzionale farebbe convergere le forze russe di Kaliningrad e le forze bielorusse nel corridoio, tagliando fuori dalle linee NATO i paesi baltici, lasciandoli di fatto isolati.


Vilnius (Lituania) considera l’Oblast’ di Kaliningrad la principale minaccia strategica nella regione, mentre Varsavia teme offensive missilistiche o d’artiglieria partite dall’exclave russa.

Per aumentare la deterrenza, la Polonia ha recentemente posizionato una batteria di lanciarazzi HIMARS, sistemi anti-aerei di fabbricazione statunitense, nei pressi del confine con Kaliningrad. (annunciato del Ministero della Difesa polacco).

Secondo fonti dell’intelligence occidentale, la NATO sospetta da tempo la presenza di testate nucleari a Kaliningrad, un fattore che aggrava ulteriormente il quadro della sicurezza nel Baltico. Se confermata, questa presenza rappresenterebbe non solo una minaccia immediata per i vicini europei, ma anche un chiaro messaggio strategico da parte del Cremlino.


Tuttavia, l'Agenzia svedese per la ricerca sulla difesa (FOI) spiega che i radar terrestri e gli aerei siano essenziali per il comando missilistico russo nella regione del Baltico orientale. La distruzione di una qualsiasi di queste componenti del complesso di ricognizione baltico della Federazione Russa potrebbe ridurre seriamente la gittata e l'efficacia delle forze missilistiche russe.


KALININGRAD - POLITICA ZETA

Punto di forza o tallone d'Achille


Cerchiamo di capire se questa “fortezza”, quale è Kaliningrad, è un punto di forza o rischia di diventare un tallone d’achille per la Federazione Russa. Innanzitutto, a livello energetico l’Oblast non è indipendente, e necessita di importazioni che passano attraverso paesi europei, questo vale anche per il transito di merci e risorse, rendendo quindi la regione vulnerabile a interruzioni delle forniture in entrambi i casi. Sappiamo infatti che Kaliningrad è stata gravemente colpita a livello economico dalle sanzioni occidentali che hanno isolato ulteriormente l’exclave. Abbiamo inoltre sottolineato come probabilmente le forze di terra russe presenti nella regione abbiano subito un declino in numero a causa della richiesta di uomini per l’invasione dell’Ucraina, e che colpendo pochi (ma buoni) obiettivi strategici, anche le capacità missilistiche russe verrebbero compromesse. 

La domanda, per fortuna, persiste solo come quesito, e nonostante tutti ci auguriamo di non veder mai le risposte ad esso sul campo, ci chiediamo: In un conflitto convenzionale, Kaliningrad potrebbe essere un grande asso nella manica russa, o rischia di diventare la Masada della Federazione?


A voi le considerazioni.






Comments


bottom of page